Con le parole del direttore p. Giuliano Stenico, gli auguri di Buon Natale da parte di tutto l’Istituto Toniolo!
Il Natale, la nascita di Gesù durante una migrazione forzata per soddisfare le ambizioni dei potenti di turno, trova posto solo fuori dalla città, in un alloggio di fortuna, disadorno e disagiato. Una storia analoga a tante altre che, purtroppo, si ripetono anche oggi sotto i nostri occhi, facendoci sentire disorientati, impotenti e più soli. Una narrazione che ci inquieta, ci interroga, ma che potrebbe rinnovarci qualora ci lasciassimo toccare.
La reazione, molto ricorrente in passato e attiva ancor oggi è di indorarla con una poesia melensa, avulsa e sganciata dalla realtà per renderla il più possibile inoffensiva. Una contemplazione autoreferenziale sfigurata dalle nostre sensazioni, svuotata dalla nostra superficialità, resa inutile dalla nostra autosufficienza, confinata nello spazio a volte angusto della nostra quotidianità impastata spesso di pregiudizi, paure ed ansie.
Lo splendore della divinità si manifesta nella privazione, la sua onnipotenza in una condizione subita, la sua predilezione è per i poveri, gli emarginati, gli esclusi, le persone dalle vite sbagliate, l’esatto contrario delle attribuzioni che noi assegniamo al divino quando lo immaginiamo.
Ma Dio è sorprendente, travalica le nostre categorie mentali, va oltre la ragione senza mortificarla perché apre nuovi orizzonti che ci aiutano a trascendere la nostra condizione umana, illuminandola di una dimensione nuova. Per questo gli angeli, contemplando la scena del presepe cantano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore!” Con il loro sguardo ispirato vedono la gloria di Dio che illumina il cielo risplendere nella dedizione totale di Dio che, nel totale spogliamento di sé, mosso da uno sconfinato amore, assume la natura umana, proprio a partire dalla sua precarietà, fragilità, povertà ed emarginazione.
È una visione, è un sogno che spezza l’accomodamento, che invita ad andare oltre, a intraprendere un cammino possibile, non da soli, ma guidati, sostenuti e accompagnati da Gesù. I suoi sentimenti, il suo stile di vita, le sue modalità relazionali sono l’alfabeto che possiamo imparare ed applicare per tenere vivo in noi il desiderio di bene per ogni uomo, diventando al di là dei risultati immediati, operatori di pace e costruttori di fraternità, consapevoli di essere non solo cittadini del luogo dove abitiamo, ma della terra. Così renderemo finalmente vera la narrazione del Natale.
Buon Natale!
Giuliano
Santo Natale 2022