Un centinaio di partecipanti, in presenza e numerosi in streaming, tra studenti di oggi e di ieri, esperti, stakeholders. Un momento di formazione – altri ne seguiranno – che ha riscontrato una forte adesione, e altrettanto interesse, quello sul “Metodo ABA. Dalla teoria alla pratica” proposto dall’Istituto Toniolo lo scorso 26 novembre. Illustrazione del metodo, confronto, una parte esperienziale con la presentazione di diversi casi clinici hanno caratterizzato la serata, condotta da Alessandro Rebuttini, psicologo, e Daria Vellani, docente al Toniolo di Psicologia dell’handicap e della riabilitazione.
“Abbiamo dato seguito alla richiesta di molti studenti di approfondire la metodologia ABA – ha sottolineato Daria Vellani nella presentazione -. Parlando di contesti di vita quotidiana e di creazione di progetti di vita per persone, adolescenti e giovani adulti, con autismo, ma non solo. Per favorirne la socializzazione e l’inserimento lavorativo. Mettendo sempre la persona al centro”.
“Parliamo di un metodo trasversale fondato sui principi della scienza del comportamento – ha evidenziato Alessandro Rebuttini -, che favorisce progettazione, messa in campo e valutazione di programmi mirati di intervento. L’ABA viene considerato come uno dei modelli più efficaci per promuovere l’apprendimento di abilità in diversi contesti, da quello sociale a quello clinico. L’obiettivo principale è la modificazione del comportamento attraverso l’analisi della relazione tra il soggetto e l’ambiente. Una metodologia ricca, che offre strumenti pratici che ciascun educatore può inserire nella propria cassetta degli attrezzi. Basata sull’evidenza scientifica e volta, appunto, all’apprendimento di abilità. La rilevanza e attualità del metodo ABA è evidente, basti considerare come in Italia i soli disturbi dello spettro autistico colpiscono 600mila persone. Attraverso tale metodo si riescono così a strutturare progetti personalizzati, rigorosi e funzionali a seconda dei soggetti e delle difficoltà cui ci si trova di fronte”.